Icona del Battesimo
La festa del Battesimo di Gesù chiude il tempo liturgico di Natale. Per molto tempo la Chiesa ha celebrato la Natività e il Battesimo del Signore nello stesso giorno, il 6 gennaio. San Girolamo e san Giovanni Crisostomo spiegano che Gesù venne al mondo in modo nascosto, mentre con il Battesimo di Giovanni appare in modo manifesto. E’ la vera “Epifania” che in greco significa manifestazione.
Giovanni indica al popolo Gesù come il Messia e il Padre lo conferma con la sua stessa voce
“Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”. Mt 3,16-17
Non è solo la manifestazione di Gesù ma di tutta la SS. Trinità, è una Teofania: il Padre parla come ha parlato a Mosè e a tutto il popolo di Israele sul monte Sinai, il Figlio rende visibile il Padre e con il battesimo dà inizio alla sua missione e lo Spirito Santo, che aleggiava sulle acque al momento della creazione in forma di colomba, si posa sul suo capo come in una Pentecoste personale.
Questa manifestazione trinitaria viene fatta presente nelle parole che utilizza il sacerdote mentre impartisce il battesimo: “Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.
Gesù è veramente Dio e veramente uomo. Compie la sua kenosi, la sua spogliazione, il suo abbassamento (il termine battesimo ha la sua radice nella parola greca bathis che significa profondo) secondo le parole di san Paolo: “il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio;7ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini” Fil 2,6-7
Non è certamente un caso che il luogo storico del battesimo di Gesù, dove il Giordano sfocia nel mar Morto, sia nel punto più basso della terra (-400m circa). Il Messia, come avverrà per la discesa agli inferi, incontra l’uomo nelle profondità della morte per farlo rinascere a vita nuova e aprirgli le porte del Paradiso.
Gesù è immerso completamente nelle acque, come vi fosse sepolto, con la mano destra le benedice per renderle idonee a operare per la nostra santificazione.
La penultima lettura della veglia di Pasqua così esprime questo mistero: “O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione” Rm 6,3-5
La scena capovolta infatti sembra riprodurre un parto, una nascita a una vita nuova, quella annunziata a Nicodemo “Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodemo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio.” Gv 3,3-5
Il ministro del battesimo è Giovanni, il più grande fra i nati di donna, il suo vestito è in parte nero a preannunciare la passione e morte di Gesù, mentre la striscia rossa ricorda il sangue del suo martirio, avvenuto per la testimonianza data alla verità: Giovanni viene prima imprigionato e poi decapitato perché rimprovera a Erode la sua situazione matrimoniale irregolare.
Giovanni nel suo ministero profetico che svolge nel deserto ci invita ad essere testimoni della verità, a convertirci sul serio a Cristo e ad operare nella carità: “Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco” (Mt 3,1)
Gli angeli in adorazione sono i diaconi del servizio liturgico, sono pronti ad asciugare e a rivestire il Cristo. Ricordano anche le figure dei padrini che accolgono e accompagnano nella comunità ecclesiale i nuovi battezzati. I colori delle vesti che hanno in mano sono celeste (natura divina immortale) e marrone (natura umana soggetta alla morte) a significare le due nature di Gesù.
Questa icona del battesimo di Gesù ci ispira dei sentimenti e ci suggerisce dei comportamenti.
Ci invita ad amare Gesù, che per amore nostro si è fatto uomo spogliandosi della sua divinità ed è entrato nella morte per ridarci la vita.
Ci invita a vivere pienamente il nostro battesimo e a mantenere la vita divina che abbiamo ricevuto in dono.
Ci invita a ricorrere al ministero del sacerdote, che tramite il sacramento della riconciliazione, ha il potere di ridarcela qualora la avessimo persa per il peccato.
Ci invita ad accogliere la chiamata personale che Dio ci ha fatto e a svolgere con sollecitudine la nostra missione confidando nella Sua presenza e nel Suo aiuto nelle prove che dobbiamo affrontare per giungere un giorno a contemplarLo.
Paolo Matacchioni
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